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fisioterapista visita cane Leonberger in ambulatorio

Displasia dell’anca nei cani: come riconoscerla e trattamenti

Sai come riconoscere la displasia nel tuo cane? Gomito e anca sono le articolazioni più colpite, vediamo più nel dettaglio questa patologia.

6 Minuti

La displasia dell’anca è una patologia che consiste in uno sviluppo anomalo dell’articolazione coxo-femorale e rappresenta la più frequente malattia scheletrica del cane. Le cause principali dell’insorgere di questa patologia sono la predisposizione genetica unita a fattori ambientali e nutrizionali. La sua natura ereditaria fa sì che sia individuabile fin dai primi mesi di vita del cucciolo, per questo è importantissima la prevenzione, in modo da poter intervenire tempestivamente prima che si manifestino le conseguenze più gravi che porta con sé.

Displasia dell’anca nei cani: che cos’è?

La displasia dell’anca è una malformazione ereditaria dell’articolazione coxo-femorale, ossia dell’anca. Le parti che vengono colpite sono: la testa del femore, l’acetabolo (ossia la cavità del bacino in cui si inserisce la testa del femore) e la capsula legamentosa che racchiude l’articolazione. L’anca è displasica quando queste parti diventano incongruenti a causa di lassità articolare, provocando l’erosione della cartilagine e, conseguentemente, l’artrosi. In questo senso è facile intuire come sia una patologia progressiva che con il tempo provoca continui microtraumi, instabilità articolare, dolore e addirittura sublussazioni e lussazioni.

I diversi tipi di displasia dell'anca

Possiamo classificare la displasia attraverso 4 stadi patologici (il primo stadio corrisponde all’assenza di displasia):

  • Grado A: nessun segno di displasia dell’anca
    La testa del femore e l’acetabolo sono congruenti, la conformazione articolare viene definita “eccellente”.
  • Grado B: articolazione quasi normale
    La testa del femore e l’acetabolo sono leggermente incongruenti ma il centro della testa del femore rimane all’interno dell’acetabolo.
  • Grado C: leggera displasia dell’anca
    La testa del femore e l’acetabolo sono incongruenti, il bordo acetabolare risulta appiattito e si possono notare irregolarità ossee ed erosione cartilaginea.
  • Grado D: media displasia dell’anca
    La testa del femore e l’acetabolo sono notevolmente incongruenti con sublussazione,si notano appiattimento del bordo acetabolare e segni di osteoartrosi.
  • Grado E: grave displasia dell’anca
    Lussazione o sublussazione evidenti, deformazione della testa del femore, presenza di osteoartrosi.

Per ogni stadio della patologia il veterinario ortopedico sceglierà una terapia ad hoc, valutata anche sulla base delle caratteristiche fisiche e fisiologiche del cane.

pastore tedesco cammina con ragazza
Come riconoscere e come cammina un cane con displasia? Barcolla, zoppica e si siede frequentemente.

Le cause scatenanti più comuni della displasia dell'anca

La displasia viene definita come una malattia multifattoriale. Non si tratta quindi di una malattia congenita (i cuccioli non nascono displasici) ma è corretto dire che, piuttosto, ha una fortissima componente ereditaria e genetica, il cui insorgere è influenzato da fattori ambientali aggravanti, stile di vita e carenze nutrizionali.

Le cause correlate più comuni sono:

  • Nutrizione sbilanciata: carenze di nutrienti e micronutrienti (Calcio e Fosforo in particolare) possono provocare alterazioni a livello muscolo scheletrico;
  • Crescita repentina del cucciolo: un accrescimento scheletrico troppo rapido, o un eccessivo aumento di peso rispetto alla struttura scheletrica possono causare squilibri;
  • Attività fisica eccessiva e non controllata portano a un’usura più rapida delle cartilagini e delle articolazioni.

Quali cani soffrono maggiormente di displasia dell'anca?

Nota bene: senza la componente genetica non può esistere displasia. È bene anche però ricordare che non tutti i genitori trasmissori soffrono di questa anomalia di sviluppo dell'anca, ma possono essere portatori sani dei geni che determinano lo sviluppo nei loro cuccioli. Di contro, gli altri fattori incidono maggiormente sul grado della displasia, ma non sul suo sviluppo primario.

Detto ciò, la displasia colpisce generalmente cani di taglia grande, gigante e molossoidi. Il peso infatti costituisce un fattore predisponente nello sviluppo della malattia. Queste sono le razze che hanno maggiori probabilità di soffrirne:

  • Alano
  • Bovari svizzeri
  • Boxer
  • Corso
  • Dogue de Bordeaux
  • Dobermann
  • Mastino
  • Rottweiler
  • San Bernardo
  • Schnauzer
  • Terranova

L’unica eccezione viene rappresentata dai Chihuahua, che spesso soffrono di displasia a causa di una struttura ossea tremendamente fragile e vulnerabile alle fratture.

Cucciolo di pastore tedesco che gioca con un golden retriever
Pastore Tedesco e Golden Retriever sono fra le razze più colpite da displasia dell’anca

I sintomi per riconoscere la displasia e prevenire gli stadi avanzati

Una diagnosi precoce permette di identificare questa patologia dell’anca ai suoi esordi e di intervenire per contrastare o limitare il più possibile l’aggravamento della displasia. Nei casi in cui il grado di displasia sia grave, i primi sintomi sono visibili anche nei cuccioli a partire dai 5 mesi, ma in generale l’età di comparsa dei sintomi dipende dal decorso della patologia.

Nei cuccioli che soffrono di displasia possiamo notare:

  • Andatura incerta o rigida;
  • Scarso entusiasmo per il gioco e il movimento, spesso scambiata erroneamente per eccessiva pigrizia;
  • Andatura a coniglio (il cucciolo salta con entrambe le zampe posteriori anziché correre normalmente).
  • Continue interruzioni delle attività per sedersi;
  • Atteggiamento in seduta con inusuale allargamento o restringimento dell’appoggio delle zampe posteriori.

I sintomi nel cane adulto sono spesso uguali o simili, ma si associano principalmente a quelli dell’artrosi canina. Si aggiungono:

  • Incapacità di svolgere i movimenti usuali;
  • Dolore e rigidità degli arti, principalmente a freddo;
  • Dolore dopo uno sforzo prolungato.

Quanto è importante una diagnosi precoce?

Specialmente i cuccioli appartenenti a razze con una forte predisposizione genetica, sono sempre raccomandati esami diagnostici artroscopici anche in assenza di sintomi. Evitare lo screening aumenta il rischio di diagnosi tardive, annullando la possibilità di interventi e trattamenti preventivi e/o correttivi.

Per diagnosticare precocemente la displasia d’anca sono necessari:

  • Una prima visita ortopedica intorno ai 4 mesi di età che comprenda test di abduzione e rotazione esterna dell’anca, più un test dell’estensione della stessa;
  • Esame radiografico completo in sedazione.

Entrambi non sono obbligatori, ma quest'ultimo risulta invece indispensabile per certificare il pedigree. Infatti, nell’eventualità in cui il cane risulti positivo all’esame radiografico, verrà escluso dall’attività riproduttiva.

Ricorda: l’assenza di displasia nei genitori non comporta necessariamente l'assenza della patologia nel cucciolo. Nel caso in cui venga rilevata una predisposizione allo sviluppo di displasia dell’anca, il veterinario saprà indicarti la terapia preventiva o correttiva a seconda della gravità della situazione. In alcuni casi, infatti, potrebbero essere necessari interventi chirurgici che si dimostrano risolutivi se effettuati solo in questa prima fase di vita. Per questo una diagnosi precoce è di essenziale importanza per il benessere del cane e per la qualità della sua vita.

radiografia cane
Gli esami radiografici permettono di individuare il possibile insorgere della malattia.

Displasia: come curarla per migliorare la qualità della vita del tuo cane

Nel caso in cui, malauguratamente, il tuo cane soffra di displasia dell’anca, la qualità della sua vita può subire ripercussioni più o meno gravi. È possibile però cercare di limitarle attraverso una terapia preventiva, conservativa o chirurgica a seconda dello stadio della malattia.

Trattamenti preventivi

Si parla di trattamenti preventivi dove la displasia viene individuata grazie a una diagnosi precoce e si adottano misure che evitano la comparsa di danni non reversibili a carico dell’articolazione. C’è una differenza tra azioni preventive e trattamenti preventivi, però. Di fatto, i trattamenti preventivi non è detto che siano necessariamente meno invasivi. Possono essere considerati tali anche diversi interventi chirurgici atti a scongiurare o rallentare deformazioni articolari e la progressione della malattia.

Fra questi troviamo:

  • Sinfisiodesi pubica: un trattamento chirurgico poco invasivo possibile solo nei primi 4 mesi di vita e adatto a intervenire su forme lievi.
  • TPO (Triplice Osteotomia Pelvica) o DPO (Duplice Osteotomia Pelvica): interventi correttivi del bacino, da effettuare entro i 6 mesi di vita del cane, adatti a intervenire su forme lievi o asintomatiche della malattia.

Fra le azioni preventive utili, invece, ci sono sempre quelle di tenere sotto controllo lo stile di vita e l’alimentazione del cane. Se il tuo cane è geneticamente predisposto a displasia, evita attività fisiche intense e prendi in considerazione l’uso di condroprotettori che proteggano la sua salute articolare.

Il consiglio di amusi: condroitin solfato e glucosamina sono sostanze utilissime per la riparazione e il mantenimento del tessuto articolare, agiscono infatti stimolando la sintesi di collagene e altre sostanze lubrificanti all'interno dell'articolazione. Puoi integrare queste sostanze anche attraverso l’alimentazione del tuo cane o scegliendo alimenti che le contengono come le crocchette per cani amusi.

Trattamenti conservativi e chirurgici

Laddove si scopra della displasia in uno stadio intermedio o avanzato, sono necessarie terapie conservative o un intervento chirurgico per sostituire l’articolazione. In particolare, la protesi totale dell’anca è necessaria per i cani la cui mobilità articolare è gravemente compromessa in esemplari di giovane età, o in pazienti anziani con artrosi coxo-femorale. Questo intervento permette infatti una ripresa dei normali movimenti e un netto miglioramento della qualità di vita del cane.

La terapia conservativa, invece, può avere varie sfumature. Solitamente vi si ricorre quando il cane è ancora giovane ma un intervento di sostituzione non è necessario, o quando il soggetto è troppo anziano o presenta alterazioni osteoartrosiche troppo gravi. In genere, prevede l’utilizzo di farmaci e/o l’esecuzione di fisioterapia atte a non far peggiorare l’artrosi e le infiammazioni acute. Questi trattamenti, dunque, non puntano a una riabilitazione dell’articolazione ma mirano a rallentare l’insorgenza di artrosi canina e alla riduzione del dolore (per questo l’assunzione di un farmaco antinfiammatorio o antidolorifico per cani è quasi sempre necessaria).

Inoltre, per ottimizzare la terapia conservativa è necessario un rigoroso controllo del peso e il mantenimento del tono muscolare (molto utili in questo senso i trattamenti fisioterapici eseguiti da specialisti, che possono prevedere attività fisica a terra e in acqua). Mi raccomando, rivolgiti sempre al tuo veterinario per i problemi di salute del tuo cane. Solo lui saprà indirizzarti verso l’approccio terapeutico più adeguato e ti aiuterà nella gestione della patologia.

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